18 luglio 2008

Ti senti un vincente o un perdente?

Eccomi di nuovo qui.
Non sono scomparsa, anche se non sarebbe una cattiva idea...
Sparire. Sparire dalla città, dalla vita di tutti i giorni, dalle persone cattive, dalle persone noiose, dalle persone velenose e negative.
Sparire su un'isola, dalla sabbia bianchissima, dal mare azzurrissimo, dall'acqua limpidissima, dalla vegetazione lussureggiante, dalla fauna libera e colorata, dal sole raggiante, dal clima perfetto...
Oppure, in una di quelle tribù sperdute nelle foreste dei luoghi più verdi e magici del pianeta.
Si sente che sono in clima vacanziero, vero? :-)
Si sente anche che sto diventando sempre più insofferente alle cose negative.
Ho bisogno di positività, di attività, di dinamismo, di adrenalina che scorre sotto le unghie.
Ho bisogno di circondarmi di energia vincente e di persone vincenti.
Già, perchè al mondo ci sono due tipi di persone: i perdenti e i vincenti.
In questo momento della mia vita, i miei Amici sono dei vincenti, ho una mamma vincente, una vita di coppia vincente, ma un lavoro perdente e da perdente.
La cosa mi dà alquanto fastidio.
Devo scappare da qui, per non rischiare di diventare come loro...
Non voglio adagiarmi. Non voglio adeguarmi ai loro tempi, ai loro ritmi, al loro modo di fare le cose, ai loro atteggiamenti, al loro stile.
Io sono diversa, ma se continuo a lavorare dove sono ora, diventerò come loro.
Il punto è proprio questo: non sto dicendo che bisogna accompagnarsi ai vincenti, alle persone positive, alle persone di successo, per ottenere favori o raccomandazioni.
Bisogna accompagnarsi ai vincenti, per imparare da loro, per diventarlo anche noi.
Si dice: "chi sta con lo zoppo impara a zoppicare", che è un po' come dire che se frequenti le persone sbagliate e le cattive compagnie, prenderai una cattiva strada e finirai male.
Sì lo so, sto esagerando, la sto mettendo giù dura, ma terra terra è così.
Continui a frequentare persone che hanno un certo stile di vita e certe cattive abitudini ed è matematico che presto o tardi assumerai anche tu quelle stesse cattive abitudini.
Ma allora, dico io (e non lo dico solo io in effetti), deve valere anche il contrario!
Allora, se ci si accompagna a persone etiche, a persone positive, a persone ecologiche, piene di energia, di iniziativa, di creatività, di voglia di fare, di entusiasmo, di ottimismo, di autostima (non sbruffone o arroganti, attenzione!), allora si può imparare da loro.
Allora si può essere come loro!
Se ci si accompagna ai vincenti, si diventa vincenti!
Io sono abbastanza stufa di quelle persone a cui non va bene nulla di quello che fanno, di quello che hanno e che si lamentano in continuazione.
Queste persone sono inette e ignave.
Non ci si può lamentare e allo stesso tempo non fare nulla per cambiare ciò che non piace.

Bisogna agire!


La vita non cambia come vogliamo, sotto un colpetto di bacchetta magica.
La bacchetta magica, intesa come stecchetto inanimato, non esiste.
La bacchetta magica siamo noi! Ognuno di noi è una bacchetta magica.
Ognuno è una bacchetta magica per se stesso.
Occorre solo imparare l'arte della magia, ma una magia senza trucco e senza inganni.
L'azione è la magia che sta dentro ciascuno di noi.
A un'emozione, a un sentimento, a un pensiero, deve corrispondere un'azione, o quell'emozione, quel sentimento, quel pensiero resterà fine a se stesso.
E, così, nulla cambierà di una virgola.
Non mi piace il mio posto di lavoro? Devo darmi da fare per cambiarlo!
Non sto bene col mio compagno o con la mia compagna? Non è la persona giusta, e sarebbe il caso di lasciar perdere. Di chiudere un rapporto che non mi procura benessere e di cercare altrove.
Chi di voi continua a mangiare il sanguinaccio se gli dà un senso di nausea (per chi non lo sapesse, il sanguinaccio è una torta salata fatta di pane e formaggio grattuggiato e sangue di maiale)?
Sarebbe da idioti, no?
E' da sadomasochisti farsi del male volontariamente! Costringersi all'insoddisfazione.
Chi lo fa e continua a farlo, arriva al punto di sentirsi bene a star male.

Una volta ero molto legata a una persona che diceva di provare una certa piacevolezza nel crogiolarsi nel suo malessere.
Mi sembrava una cosa così assurda!
Insomma, può servire in alcune situazioni, come la morte di una persona cara, la perdita di qualcosa a cui si teneva molto.
Può servire, per elaborare il lutto o la perdita. Riconosco che ci sia la necessità, a volte, in certe circostanze, di prendersi del tempo per stare male.
Sicuramente è un metodo che aiuta ad accettare l'accaduto.
Ma renderlo uno stile di vita!
Diventa, tra l'altro, un'abitudine al vittimismo e a nessuno piace entrare in relazione con le vittime, specialmente se sono vittime di se stesse.
Queste persone sono quelle che continuano a lamentarsi, ma che non faranno mai nulla per cambiare la loro situazione, perchè equivarrebbe a un miglioramento; e il miglioramento precluderebbe loro il piacere di lamentarsi.
Insomma, sono dei perdenti che aspirano a continuare ad esserlo. Lo sono consapevolmente e, per favore, a chi piace accompagnarsi a una persona simile?
Io preferisco accompagnarmi a persone attive, che abbiano voglia di positività, di benessere sano!
Persone che sanno prendere in mano la propria vita e godere di ciò che hanno; persone che se qualcosa non le soddisfa, fanno in modo di cambiarla.
Persone che agiscono.
Perchè credo proprio che la differenza tra l'essere un perdente o essere un vincente sia proprio l'azione.

1 commento:

  1. A un'emozione, a un sentimento, a un pensiero, deve corrispondere un'azione, o quell'emozione, quel sentimento, quel pensiero resterà fine a se stesso.
    E, così, nulla cambierà di una virgola.

    "Se vuoi che le cose cambino, cambia il modo in cui fai le cose e le cose che fai"
    A volte ci si lamente che le cose nn vanno come si vorrebbero ma nn si vuole cambire nulla perche vadano diversamente....si spera in un cambiamento dall esterno perchè in questa maniera si esula dalla possibilità della decisione e del possibile fallimento.....se nn scommetti nn rischi di perdere!

    Chi lo fa e continua a farlo, arriva al punto di sentirsi bene a star male.

    Esatto, parole sante, l'uomo poi è un essere che si adatta ad ogni situazione altrimenti nn si potrebbero spiegare certe condizioni in cui dall esterno nn si vivrebbe un solo momento.
    Siamo esseri abitudinari e il cambiamento ci spaventa.

    by Valter

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