2 dicembre 2008

Famiglia...

In un libro che ho letto tempo fa, la protagonista si era sposata piuttosto presto e commentava la sua nuova vita con tristezza e amarezza per la libertà di cui non aveva mai goduto perché era uscita da una famiglia per entrare subito in un'altra.
In effetti, per godere un po' della propria libertà, della propria vita, prima di sposarsi o andare a convivere con qualcuno, sarebbe salutare passare un po' di tempo da "soli".
Circondati da amici, conoscenti, parenti anche, ma vivere sotto un tetto diverso da quello genitoriale, entro mura diverse.
Al giorno d'oggi questo richiede sacrifici anche maggiori di quelli che richiede la convivenza all'interno del proprio nucleo famigliare d'origine.
Economicamente significa proprio "andare a cercare il freddo per il letto".
Perché vivere in ristrettezze economiche solo per "sbarazzarsi" della propria famiglia?!
D'altro canto però, continuare a vivere sotto lo stesso tetto dei propri genitori può significare, a volte, sacrificare la propria vita, la propria esistenza per poterli accontentare.
Il problema si fa serio nel momento in cui le persone che dovrebbero amarti, proteggerti, consolarti e lasciarti libero, ti danno per scontato.
Danno per scontato che tu sei lì, apposta per loro. Forse pensano addirittura che glielo devi perché sei loro figlio. Nemmeno si pongono il problema che tu potresti avere bisogno di vivere la tua vita in santa pace senza dover ogni santo giorno dire "sì" a tutto ciò che ti chiedono.
Anzi, ti danno così tanto per scontato che la prima volta che ti azzardi a dire "no" cominciano ad accusarti di essere un fannullone, un irresponsabile, uno scansafatiche, un egoista.

Quando si arriva a questi punti, è il caso di riprendere le redini della propria vita e cominciare a far capire alle persone che ci vivono attorno che la realtà delle cose deve cambiare.
Bisogna ridarsi il rispetto e la libertà che si merita.
Bisogna riprendere in mano il proprio valore e, se necessario, "sbatterlo" in faccia anche alle persone a noi più care.

Soprattutto, bisogna rendersi conto che se si vuole una vita sana e diversa da quella che si è sempre avuta, non bisogna aspettarsi che cambino le persone, ma bisogna cambiare le situazioni, i contesti, gli ambienti.
Tutto questo per dire..............

Quando si "mette su" famiglia, mai "metterla su" troppo vicino a nuclei famigliari già esistenti, specialmente se quei nuclei sono i propri!

20 novembre 2008

Le occasioni, se non le prendi tu, non sono perse: le prenderà qualcun altro!

Solo il titolo di questo post basterebbe a rendere l'idea.

E' davvero ora di smetterla di parlare, parlare, parlare; è ora di cominciare a fare, fare, fare.

Fare quello che dico.
Fare quello che scrivo.

Mi è capitata un'occasione lavorativa interessante iera sera. Avrei dovuto coglierla al volo e invece?
Ho preso tempo. L'ho lasciata in standby.

La paura di sbagliare a 25 anni non dovrebbe esserci.
Dovrebbe esserci invece la voglia di spiccare il volo!

Ha perfettamente ragione chi dice che i "Sì, ma..." non vanno da nessuna parte.
Devo ficcarmi in testa di cominciare a chiedermi "Perché no?"!
E, in effetti, le occasioni, quando si presentano, è meglio coglierle che lasciarle a qualcun altro!

13 novembre 2008

Voglio un lavoro che sia come un videogioco...

Vi state chiedendo se sono impazzita o semplicemente vi state dicendo: "poverina, vive nel mondo delle favole!"?
Beh, cari amici miei, nessuna delle due!
Il titolo di questo post significa proprio quello che dice: voglio un lavoro che sia come un videogioco.

Ok, mi spiego meglio:
siccome a gennaio scadrà il mio contratto di assunzione a tempo determinato per sostituzione di una maternità, per non rischiare di trovarmi col sedere nudo in mezzo alla strada mi sto guardando un po' attorno alla ricerca di una nuova occupazione.
Sto rispondendo a svariati annunci di lavoro e ad alcuni ho ricevuto risposta, perciò da qualche tempo sto anche sostenendo dei colloqui.
Durante questi colloqui mi sento spesso chiedere le stesse domande: "Cosa si aspetta dall'azienda che la assumerà?" o "Quale sarebbe il suo lavoro ideale?"
Fino ad ora, mi sono resa conto di aver sempre girato intorno a quello che avrei dovuto rispondere. Dicevo quello che ho in mente, ma non come avrei voluto dirlo, in maniera davvero significativa.
Stanotte, però, ho avuto un'illuminazione - per così dire - linguistica e ho capito come dovrò esprimere il mio pensiero nei prossimi colloqui.
Il mio lavoro ideale è molto simile a un videogioco.
Non di quelli tipo tennis, calcio o corse con le macchinine, no.
Di quelli piuttosto tipo The Prince of Persia o Myst.
Continuate a non capire?

Insomma, io aspiro ad un lavoro in cui possa partire anche dal livello 0, ma combattendo, correndo, usando corpo e mente, spirito e cervello, risolvendo situazioni complesse, passando di livello in livello, possa raggiungere la meta, portare a termine la missione e volendo, poi, ricominciare, partendo per una nuova impresa.

Sì, un lavoro stimolante, dinamico, che, partendo dal "basso", incassando colpi, superando sfide, vincendo battaglie, mi permetta di crescere, di dimostrare le mie capacità e il mio valore e di raggiungere col tempo livelli più alti di carriera.
Un ambiente meritocratico, in cui i buoni, coloro che si impegnano, combattono, dimostrano il loro valore vincono, mentre i cattivi, quelli che annoiano e si annoiano, che vanno avanti contando sulle spalle degli altri soccombono.

Certo, concordo con voi che sarebbe bello, che sarebbe utile.
Mi faccio la vostra stessa domanda: ma esiste davvero un lavoro del genere in un ambiente simile?
Non lo so, ma almeno quando mi chiederanno qual è il mio lavoro ideale saprò cosa rispondere ora.

Un abbraccio a tutti quelli che come me non hanno un lavoro fisso.

Ciao!

24 settembre 2008

Facciamo qualcosa per questi coniglietti!

Avete animali in casa?
Io ho uno splendido coniglio nano di razza ariete, tutto bianco e con gli occhietti rossi.
Quando me lo hanno regalato aveva solo un mese ed era troppo piccolo per conoscerne il sesso.
Mia madre sperava di avermi regalato una femminuccia, ma a me non importava.

Era così piccolo e delicato che anche solo a tenerlo in mano avevo paura di fargli male o di romperlo!
Dovevo scegliere un nome da dargli, e, non sapendo se fosse maschio o femmina, pensavo a qualcosa di unisex, ma non banale.
Mi proponevano Fiocco, Neve, Bianco, Bianca, Batuffolo...
Ho pensato: c'è qualcosa di così candido e naturale e bianco come questo piccolissimo animaletto?
... Ho deciso di chiamarlo Yogurt.

E' incredibilmente bello. Sono innamorata di Yogurt!
Quelli che di voi hanno un animale in casa e gli vogliono bene, sanno cosa si prova.
Soprattutto sanno, o immaginano (che è meglio, per la situazione), cosa si prova quando un animale soffre, viene abbandonato, maltrattato, lasciato solo fino a morire.

Esiste un'associazione, la AAE, Associazione Animali Esotici, che si occupa di coniglietti abbandonati e maltrattati.
Avete presente i canili e i gattili dove vengono raccolti i randagi affinchè possano trovare un riparo, un rifugio, del cibo e delle cure?
Ecco, quest'associazione fa la stessa cosa per i coniglietti e le cavie (ma non solo).
Sono iscritta alla newsletter di AAE e ricevo periodicamente email con richieste di aiuto.
C'è bisogno di sostegno!
Non significa che serva necessariamente sborsare denaro (anche se non farebbe certo male), ma proprio sostegno concreto!
Hanno bisogno di volontari che si offrano di trasportare gli animaletti nei vari paesi e nelle varie città per farli giungere alle famiglie che li vogliono adottare o tenere in affido; hanno bisogno di famiglie adottive, ma anche solo di famiglie affidatarie, a cui lasciare in affido coniglietti anche per brevi periodi.
L'associazione si fa carico delle spese veterinarie e offre assistenza initerrotta per qualunque cosa. Mette inoltre a disposizione le gabbiette in cui tenere i coniglietti o le caviotte e supporta le spese per cibo e mantenimento.
Più di così loro non possono proprio fare. Ora dobbiamo aiutarli noi.
Io spero di riuscire ad attrezzarmi per averne uno in affido temporaneo.
Oggi non voglio di più. Oggi voglio FARE di più.

E chiedo a voi che mi leggete di unirvi a me in questa cosa.
Date un'occhiata al sito e mettetevi una mano sul cuore.
Se potete, se avete spazio, tempo, voglia e amore da dare, magari datevi disponibili per un affido. Chissà che non vi innamoriate anche voi del coniglietto che vi leccherà le dita quando gli fate una carezza e che decidiate di adottarlo definitivamente, regalandogli la serenità, la dolcezza, la delicatezza e la sicurezza che merita!

Vogliamo di più?
Facciamo di più!

3 settembre 2008

Si ricomincia...

Ciao a tutti!
Bentornati dalle ferie.
Immagino che la maggior parte di voi, come me, abbia ripreso la vita di sempre: l'alzarsi al mattino presto, i viaggi sui mezzi pubblici o nel traffico, l'arrivo in ufficio, i compiti quotidiani.
Le vacanze sono appena dietro l'angolo eppure sembrano già così lontane!
Ormai sono già diventate un ricordo e quel che resta da fare è impegnarsi tutti i giorni ad assolvere ai quotidiani doveri e guardare con desiderio e rassegnazione ai prossimi giorni di ferie.
Non so voi, ma io ho guardato un po' il calendario e - ahimé - il primo ponticello disponibile è quello dell'Immacolata, l'8 dicembre.
Vi rendete conto? Quasi quattro mesi senza nemmeno un micro weekend da passare da qualche parte a rilassarsi un po'.
Ma non disperiamoci: la stessa sorte ci unisce e già questo pensiero dovrebbe alleviarci la sofferenza.
Ma poi, lavorare è davvero una sofferenza?
Cosa ci sarebbe da fare altrimenti?
A volte penso a quello che mi piace fare: cucinare, guardare film in tv, leggere un buon libro, abbronzarmi al sole su una spiaggia o anche in giardino, nuotare tra le onde del mare, fare shopping, mangiare, dormire...
E penso: che bello se mi pagassero per fare quello che mi piace! Immaginate qualcuno che viene pagato per starsene spaparanzato al sole, farsi il bagno nelle acque salate del mare, leggere e mangiare cibi tipici.
Ne esistono di persone cose: il primo che mi viene in mente è Edoardo Raspelli (o anche Licia Colò).
Lui viene pagato per andarsene in giro a visitare nuovi posti, degustare cibi prelibati e bevande di ogni tipo.
E poi, di punto in bianco, mi ritrovo a farmi questa domanda: ma non appena quello che mi piace diventasse un lavoro, lo apprezzerei ancora così tanto?
Mi instillo il dubbio da sola praticamente. Sono pazza?
No, sono solo una persona abituata a riflettere, ad analizzare, soprattutto me stessa.
Il problema è che qualche volta mi analizzo talmente tanto da crearmi sciocchi dubbi e inutili paranoie.
La vera domanda da porsi è: si può essere felici di lavorare?
Probabilmente sì, dico io: il lavoro ideale è quello che faresti anche se non fossi pagato, quindi il segreto deve stare proprio nel fare di ciò che ti piace un lavoro.
Solo così si può essere felici di fare quello che si fa.
Tutto il resto è solo un'alternativa.
Quindi, il mio incoraggiamento è: cerchiamo tutti di riflettere bene e di fare un po' di autoanalisi, per capire cosa ci piace fare davvero e poi facciamolo!
Non è così semplice?
Tante persone lo fanno. Le abbiamo davanti tutti i giorni.
In mezzo a tutti i dottori e gli infermieri che lavorano in un ospedale, posso scommettere qualunque cifra che c'è qualcuno, almeno uno di loro, che non cambierebbe il suo lavoro con niente al mondo.
Lo stesso vale per gli avvocati, per gli imbianchini, per gli insegnanti, per i baristi, per i tassisti...
Scommetto che qualcuno nato per guidare c'è. Qualcuno che non lascerebbe la sua auto - il suo taxi - nemmeno per un milione di euro.
Non è così improbabile.
Io temo di doverlo ancora scoprire cos'è che mi piace fare veramente e che farei anche gratis.
Sono ancora alla ricerca di me stessa, credo. Sono ancora alla ricerca di quel qualcosa di più che dà anche il nome a questo blog.

Scrivete in un commento a questo post cosa piace fare a voi e cosa fareste anche se non foste pagati per farlo.
Potremmo scoprire di avere qualcosa in comune...
Alcune società multimiliardarie sono nate così. Basta che pensiate alla Microsoft o alla Apple.

Aspetto i vostri commenti!

Non lasciatemi da sola a pensare...

Buon lavoro a tutti!
Romy

19 agosto 2008

Lista delle cose da portare in campeggio (2^ parte)


Ciao ragazzi,
sono rientrata dalla mia settimana di vacanza!
E' stato bellissimo!!!
Vi rendete conto di che mare c'era?! Una cosa meravigliosa!
Per arrivare nella spiaggia di cui vedete la foto, la Spiaggia Delle Due Sorelle, occorreva camminare lungo un sentierino per metà sotto al sole, per metà in mezzo al bosco, tutto sul fianco e la cima di una montagna.
Salite e discese si alternavano insieme al tipo di paesaggio che si poteva ammirare e alla flora che ci circondava.
La fatica valeva davvero la pena!
Fatica, perchè le rocce che si incontravano lungo il sentiero erano diventate lisce lisce per l'erosione e il continuo passaggio di persone; inoltre, lungo la parete di roccia erano fissate delle funi di acciaio per attaccarsi durante la discesa e aiutarsi nella risalita.



Un'ora e mezza di cammino per scendere in questa magnifica spiaggia, raggiungibile altrimenti solo via mare.
Il mare che ci aspettava era limpidissimo e la temperatura dell'acqua una favola.
Come del resto l'intera vacanza. Meritata e meravigliosa, in compagnia della mia dolce metà, che ha apprezzato e lodato a sua volta.

Ma il vero motivo per cui vi sto scrivendo ora non è solo per invitarvi a fare un giretto nelle Marche, per poter anche voi apprezzare, il mare, le colline, i panorami e i monumenti delle principali città della regione, i cibi e i vini tipici marchigiani, ma anche per fornirvi la lista di tutte le cose che mi sono portata in campeggio e che quindi è provata e verificata.
In questo modo sarete sicuri di portarvi proprio TUTTO: sono una che vuole viaggiare "comoda" anche in campeggio... Solitamente mi porto dietro la "casa"... :-)
Nulla vi vieta comunque di integrarla e aggiungere altre cose che vi vengono in mente!
Anzi, si accettano suggerimenti!


CHECK LIST CAMPEGGIO


ATTREZZATURA BASE

  1. Accendino
  2. Batterie
  3. Cacciavite
  4. Carica batterie
  5. Carica batterie da viaggio (per automobile)
  6. Ciabatta per le prese della corrente
  7. Coltellino svizzero
  8. Coperte
  9. Corda / Spago per stendere i panni
  10. Cuscini
  11. Forbici
  12. Kit ripara tutto (para, colla, pezze)
  13. Martello
  14. Materassino / Lettino
  15. Mollette bucato
  16. Paletta
  17. Pinze
  18. Pompa per materassino
  19. Sacco a pelo
  20. Scopa
  21. Sedie
  22. Stracci
  23. Teli sottotenda
  24. Tenda / Stecche
  25. Torcia / luce campeggio
  26. Vaschetta
  27. Zanzariera

ATTREZZATURA PER CUCINA

  1. Apriscatole
  2. Bicchieri
  3. Bombola gas
  4. Cavatappi
  5. Coltelli / Forchette / Cucchiai
  6. Coltello da cucina
  7. Tanica acqua
  8. Cucchiai di legno
  9. Ferma tovaglia
  10. Fornello
  11. Frigorifero elettrico
  12. Grill / Bistecchiera
  13. Moka
  14. Padella antiaderente grande
  15. Padella antiaderente media
  16. Pentola per pasta
  17. Pentolino
  18. Piatti
  19. Sacchetti per le immondizie
  20. Sapone per piatti
  21. Scolapasta
  22. Spugna
  23. Strofinacci
  24. Stuzzicadenti
  25. Tavolino
  26. Thermos
  27. Tovaglia
  28. Tovaglioli di carta
  29. Tupperware

ALIMENTARI

  1. Aceto
  2. Acqua
  3. Biscotti
  4. Caffè
  5. Caffè d'orzo
  6. Fette biscottate
  7. Kornflakes
  8. Olio
  9. Origano
  10. Pasta
  11. Peperoncino
  12. Sale
  13. Sughi
  14. The / Tisane
  15. Tonno in scatola
  16. Zucchero

ABBIGLIAMENTO + SPIAGGIA

  1. Biancheria intima
  2. Borsa mare / Zaino
  3. Calze
  4. Canottiere / Top
  5. Cappellino / Bandana
  6. Ciabatte per la doccia
  7. Costumi da bagno
  8. Felpa
  9. Giacca a vento
  10. Golfino
  11. Jeans
  12. Magliette
  13. Occhiali da sole
  14. Pantaloncini
  15. Pigiama
  16. Salviettone
  17. Scarpe da ginnastica
  18. Scarponi da trekking

IGIENE PERSONALE

  1. Accappatoio
  2. Asciugamani
  3. Assorbenti (per le signore)
  4. Carta igienica
  5. Dentifricio + Spazzolino da denti
  6. Deodorante
  7. Fazzoletti di carta
  8. Pettini
  9. Rasoio
  10. Salviettine umidificate
  11. Sapone liquido
  12. Shampoo

MEDICINALI

  1. Antinfiammatorio
  2. Antisettico
  3. Antistaminici
  4. Aspirine
  5. Autan
  6. Cerotti
  7. Crema antibiotica
  8. Crema solare
  9. Forbici
  10. Kit di primo soccorso
  11. Pinzette

ALTRO - TEMPO LIBERO

  1. Bancomat / Carta di Credito
  2. Binocolo
  3. Carica batteria cellulare
  4. Carica batteria macchina fotografica
  5. Cellulare
  6. Contanti
  7. CD per il viaggio
  8. Enigmistica
  9. Giochi e libri
  10. Macchina fotografica
  11. Matite / Penne
  12. Orologio
  13. Patente di guida
A tutti quelli che non sono ancora partiti o stanno per farlo: BUONE VACANZE!
Agli altri, BUON RITORNO ALLA VITA QUOTIDIANA!
Un abbraccio a tutti.



6 agosto 2008

Ho un mio sito!

EHILA'!!!

Ho anche io un mio sito web!
Ha pochi giorni di vita, ma conto di tenerlo costantemente aggiornato con utilissime novità sulla propria crescita e sul miglioramento nella sfera personale, lavorativa ed economica.

Se, come me, tieni alla tua formazione e alla tua crescita personale, professionale e finanziaria, non puoi non dargli un'occhiata!
Clicca su Migliorarsi!

BUONA NAVIGAZIONE!

30 luglio 2008

La lista per il campeggio

Mamma mia, ho una tale voglia di vacanze!
Questa è la mia prima estate da lavoratrice. Com'era allegra e spensierata la vita da studentessa universitaria!
C'erano gli esami da preparare, certo, ma c'era anche molta più libertà, più autonomia, più tempo!
Sapete tutti quanto mi è caro il tempo...
Mi sto accorgendo, in questo miei primi 7 mesi da impiegata, di come il tempo manchi per fare qualunque cosa!
8 ore in ufficio ti privano di un sacco di piccole libertà, di un sacco di piccoli piaceri di cui potresti godere se avessi un differente tipo di lavoro... che so: lo scrittore, il filosofo, il pensatore.
Ma non voglio addentrarmi in questo discorso o rischio di non uscirne più.
Voglio invece dirvi che grazie al cielo ad agosto parto per le ferie.
Vado in campeggio, al mare.
Non so ancora dove, di preciso; probabilmente nelle Marche, dove spero che di trovare un mare pulito e ristoratore.
Ho un gran bisogno (e una gran voglia) di sole, sabbia, acqua, salsedine, riposo e relax.
Intanto che con ansia aspetto che arrivi il giorno della partenza (09 agosto), comincio a stendere la lista delle cose da portare.
Se siete usi al campeggio sa quante cose siano necessarie (ammesso che non facciate il Vero Campeggio: quello del pianto la tenda e ci dormo e basta. Non cucino, non sporco, non pulisco.) e soprattutto sapete come, dopo esservi portati una vagonata di roba ed essere riusciti a farcela stare tutta dentro un'utilitaria, tali da sembrare degli sfollati, ci sia sempre quella cosa, tremendamente necessaria che avete dimenticato a casa.
Chi non è avvezzo al camping, invece, non può rendersi conto di quanto sia difficile stendere una lista davvero completa. Bisogna pensare a tutto!
Se avete in mente di provarci, o se ci siete già stati, ma siete di quelli che non hanno mai pensato di scrivere una lista delle cose da portare con sè, vi consiglio di farlo.
Una ceck list, oltre ad essere utile a ricordare ciò che serve, è utilissima per essere sicuri di riportare a casa tutto quello che si è portato in campeggio!
Se non avete la benché minima idea di cosa possa essere utile portarsi dietro, o se pensate che uno spunto possa servirvi, vi consiglio di dare un'occhiata a quella che suggerisce il sito di uno splendido campeggio (Camping al Sole) della Val di Ledro, in Trentino: http://www.campingalsole.it/it/checklist.php.

BUONE VACANZE A TUTTI!

(corro a scrivere la lista!)

18 luglio 2008

Ti senti un vincente o un perdente?

Eccomi di nuovo qui.
Non sono scomparsa, anche se non sarebbe una cattiva idea...
Sparire. Sparire dalla città, dalla vita di tutti i giorni, dalle persone cattive, dalle persone noiose, dalle persone velenose e negative.
Sparire su un'isola, dalla sabbia bianchissima, dal mare azzurrissimo, dall'acqua limpidissima, dalla vegetazione lussureggiante, dalla fauna libera e colorata, dal sole raggiante, dal clima perfetto...
Oppure, in una di quelle tribù sperdute nelle foreste dei luoghi più verdi e magici del pianeta.
Si sente che sono in clima vacanziero, vero? :-)
Si sente anche che sto diventando sempre più insofferente alle cose negative.
Ho bisogno di positività, di attività, di dinamismo, di adrenalina che scorre sotto le unghie.
Ho bisogno di circondarmi di energia vincente e di persone vincenti.
Già, perchè al mondo ci sono due tipi di persone: i perdenti e i vincenti.
In questo momento della mia vita, i miei Amici sono dei vincenti, ho una mamma vincente, una vita di coppia vincente, ma un lavoro perdente e da perdente.
La cosa mi dà alquanto fastidio.
Devo scappare da qui, per non rischiare di diventare come loro...
Non voglio adagiarmi. Non voglio adeguarmi ai loro tempi, ai loro ritmi, al loro modo di fare le cose, ai loro atteggiamenti, al loro stile.
Io sono diversa, ma se continuo a lavorare dove sono ora, diventerò come loro.
Il punto è proprio questo: non sto dicendo che bisogna accompagnarsi ai vincenti, alle persone positive, alle persone di successo, per ottenere favori o raccomandazioni.
Bisogna accompagnarsi ai vincenti, per imparare da loro, per diventarlo anche noi.
Si dice: "chi sta con lo zoppo impara a zoppicare", che è un po' come dire che se frequenti le persone sbagliate e le cattive compagnie, prenderai una cattiva strada e finirai male.
Sì lo so, sto esagerando, la sto mettendo giù dura, ma terra terra è così.
Continui a frequentare persone che hanno un certo stile di vita e certe cattive abitudini ed è matematico che presto o tardi assumerai anche tu quelle stesse cattive abitudini.
Ma allora, dico io (e non lo dico solo io in effetti), deve valere anche il contrario!
Allora, se ci si accompagna a persone etiche, a persone positive, a persone ecologiche, piene di energia, di iniziativa, di creatività, di voglia di fare, di entusiasmo, di ottimismo, di autostima (non sbruffone o arroganti, attenzione!), allora si può imparare da loro.
Allora si può essere come loro!
Se ci si accompagna ai vincenti, si diventa vincenti!
Io sono abbastanza stufa di quelle persone a cui non va bene nulla di quello che fanno, di quello che hanno e che si lamentano in continuazione.
Queste persone sono inette e ignave.
Non ci si può lamentare e allo stesso tempo non fare nulla per cambiare ciò che non piace.

Bisogna agire!


La vita non cambia come vogliamo, sotto un colpetto di bacchetta magica.
La bacchetta magica, intesa come stecchetto inanimato, non esiste.
La bacchetta magica siamo noi! Ognuno di noi è una bacchetta magica.
Ognuno è una bacchetta magica per se stesso.
Occorre solo imparare l'arte della magia, ma una magia senza trucco e senza inganni.
L'azione è la magia che sta dentro ciascuno di noi.
A un'emozione, a un sentimento, a un pensiero, deve corrispondere un'azione, o quell'emozione, quel sentimento, quel pensiero resterà fine a se stesso.
E, così, nulla cambierà di una virgola.
Non mi piace il mio posto di lavoro? Devo darmi da fare per cambiarlo!
Non sto bene col mio compagno o con la mia compagna? Non è la persona giusta, e sarebbe il caso di lasciar perdere. Di chiudere un rapporto che non mi procura benessere e di cercare altrove.
Chi di voi continua a mangiare il sanguinaccio se gli dà un senso di nausea (per chi non lo sapesse, il sanguinaccio è una torta salata fatta di pane e formaggio grattuggiato e sangue di maiale)?
Sarebbe da idioti, no?
E' da sadomasochisti farsi del male volontariamente! Costringersi all'insoddisfazione.
Chi lo fa e continua a farlo, arriva al punto di sentirsi bene a star male.

Una volta ero molto legata a una persona che diceva di provare una certa piacevolezza nel crogiolarsi nel suo malessere.
Mi sembrava una cosa così assurda!
Insomma, può servire in alcune situazioni, come la morte di una persona cara, la perdita di qualcosa a cui si teneva molto.
Può servire, per elaborare il lutto o la perdita. Riconosco che ci sia la necessità, a volte, in certe circostanze, di prendersi del tempo per stare male.
Sicuramente è un metodo che aiuta ad accettare l'accaduto.
Ma renderlo uno stile di vita!
Diventa, tra l'altro, un'abitudine al vittimismo e a nessuno piace entrare in relazione con le vittime, specialmente se sono vittime di se stesse.
Queste persone sono quelle che continuano a lamentarsi, ma che non faranno mai nulla per cambiare la loro situazione, perchè equivarrebbe a un miglioramento; e il miglioramento precluderebbe loro il piacere di lamentarsi.
Insomma, sono dei perdenti che aspirano a continuare ad esserlo. Lo sono consapevolmente e, per favore, a chi piace accompagnarsi a una persona simile?
Io preferisco accompagnarmi a persone attive, che abbiano voglia di positività, di benessere sano!
Persone che sanno prendere in mano la propria vita e godere di ciò che hanno; persone che se qualcosa non le soddisfa, fanno in modo di cambiarla.
Persone che agiscono.
Perchè credo proprio che la differenza tra l'essere un perdente o essere un vincente sia proprio l'azione.

8 luglio 2008

Vendere e vendersi (per non Svendersi)

Questa mattina, sul treno, pensavo al marketing, alla pubblicità e a tutta una serie di messaggi che il mondo che ci circonda ci lancia.
Pensavo anche a quando frequentavo ancora il liceo e soprattutto a quando, anche dopo aver studiato in quantità pari o superiore ad alcuni miei compagni, venivo interrogata e ottenevo un voto che non mi soddisfaceva.
Era spesso inferiore a quello che mi aspettavo o a quello che avrei desiderato.
Mi dicevano: "Non basta essere preparati, bisogna sapersi vendere".
Avevo alcuni compagni che, a quanto pare, sapevano vendersi molto bene.
Mi piacerebbe sapere che vita stanno facendo ora, se sono già arrivati da qualche parte o se ci stanno per arrivare.
Con la loro abilità nel vendersi posso immaginare che stiano avendo parecchio successo.
Vendersi bene.
All'università credo di aver imparato un po' anche io a vendermi, dal momento che a volte ottenevo risultati superiori alla fatica tecnica che avevo fatto.
In parole semplici: pur studiando poco, davvero poco certe volte, sono riuscita a portare a casa anche qualche lode.
E immancabilmente, arrivava la lode quando avevo studiato meno.
Ricordo che mi trovavo spesso a pensare: "Toh, meno si studia e più si ottiene!".
Ma non è una legge universale; solo, quelle volte, riuscivo ad ottenere il massimo risultato col minimo sforzo. Vendendomi bene.
Il problema è che non avevo mai razionalizzato, fino ad oggi, i motivi di quei successi.
E stamattina, ripensando a tutto questo, mi è balenato in mente il concetto del vendere e del vendersi.
Giovedì ho un colloquio di lavoro.
Devo mettercela tutta per vendermi bene, tanto più che l'ambito lavorativo sarebbe quello del marketing.
Pensateci: attorno a noi siamo pieni di cose, di oggetti, di prodotti.
Questi prodotti hanno un valore e noi li compriamo perchè hanno un valore. Reale o immaginato, ce l'hanno.
Dal detersivo per fare il bucato, al cibo che mangiamo, alla televisione che abbiamo in salotto.
Dall'automobile che guidiamo, al libro che abbiamo comprato in libreria, al cellulare che teniamo acceso persino di notte.
Tutto questo ha un valore.
Esistono decine di detersivi diversi, decine di marche di pasta, decine di marche e tipi diversi di televisione.
Esistono un sacco di automobili diverse per tipologia, concessionaria, colore, prezzo, comfort.
Eistono centinaia di libri su uno stesso argomento, così come ci sono talmente tanti modelli di cellulare da aver l'imbarazzo della scelta.
Eppure, quando acquistiamo il detersivo, la pasta, la televisione, l'automobile, il libro o il cellulare, compriamo quello lì.
Non uno a caso. Proprio quello lì.
Perchè?
Ok, tanti penseranno: "Perchè è quello che costa meno".
Ma se riflettete bene, ci sarà qualcuno che penserà: "Perchè è quello che lava meglio", "Perchè è la più buona", "Perchè la qualità di immagine e colori è migliore", "Perchè è quella più accessoriata" (o più comoda, più sportiva, che si parcheggia meglio ecc.) eccetera.
C'è sempre un motivo per cui scegliamo di comprare quella cosa piuttosto che un'altra della stessa categoria.
Il motivo è il valore.
Per noi, ciò che acquistiamo ha un valore e rispecchia in un modo o in un altro i nostri valori.
Non sto parlando quindi solo di valore economico, ma anche di valore etico, morale, ecologico.
C'è addirittura chi, come Floch, semiotico e pubblicitario professionista, ci ha costruito un suo "quadrato", spiegando come ogni prodotto ha 4 tipi di valorizzazione:

- pratica (utilità dell'oggetto)
- critica (convenienza economica)
- ludica/estetica (capacità di attrarre la simpatia e il divertimento dell'individuo)
- utopica (senso sociale)

In sostanza, quando scegliamo di acquistare proprio quella cosa, tra tante altre più o meno simili, operiamo una scelta basata sull'utilità che quella cosa ha per noi; sulla convenienza che ne traiamo economicamente, ma non solo; sul fatto che quella cosa ci piace esteticamente e in qualche modo ci rappresenta e su come ci può far sentire all'interno del contesto sociale.
Funziona un po' come la straordinaria somiglianza che talvolta accomuna cani e padroni.
Ma il punto è che il quadrato di Floch non si adatta solo alle cose, ma anche alle persone, secondo me.
Anche noi siamo prodotti.
Il problema è proprio nel valore che attribuiamo a noi stessi.
Sentirsi un prodotto non fa proprio piacere, ma è perchè siamo bombardati ogni giorno da messaggi (specialmente televisivi e pubblicitari) che ci mostrano le persone come prodotti oggetto, privi di un valore esistenziale proprio.
Dotati solo di un valore esterno, per gli altri.
Ecco come da prodotto di valore, diveniamo prodotti svalorizzati.
Ecco come dal vendersi bene si passa automaticamente allo svendersi.
Ecco che considerarci un prodotto diventa una cosa brutta.
Provate a pensare a quanto valete.
Stimate una cifra per il vostro valore.
Ora pensate al vostro lavorob e a quanto vi pagano.
Lasciando per un momento da parte il caro vita, il potere d'acquisto eccetera eccetera, vi sembra abbastanza?
Se doveste cambiare lavoro, o iniziarne uno nuovo, e vi chiedessero: "Qual è il netto mensile minimo, per meno del quale non lavoreresti?", cosa rispondereste?
Quella cifra è il valore che vi date. Quella cifra indica quanto pensate di valere.
Anche ammettendo di valere poco, in termini economici, perchè state iniziando un nuovo lavoro e non avete ancora tutte le competenze per sovlgerlo al meglio, converrete con me che ogni mese ne acquisterete sempre un po' di più, non è vero?
Ma allora perchè gli stipendi restano fissi?
Se penso a me stessa, potrei dire che, per il mio bagaglio di conoscenze pregresse, per la mia conoscenza enciclopedica del mondo, varrei non meno di 1200 euro nel momento in cui dovessi iniziare un nuovo lavoro adesso.
Però penso anche che di mese in mese potrei acquisire competenze ed esperienza per 250 euro.
Immaginate un lavoro, il cui stipendio aumenta di 250 euro al mese, all'infinito, perchè le conoscenze aumentano all'infinito?
No, non sono qui a dirvi che esiste. Oddio, forse esiste anche, ma non lo conosco e non riesco nemmeno a immaginare che tipo di lavoro potrebbe essere e come potrebbe essere gestita un'organizzazione simile.
Lo scopo di tutta questa mia riflessione era solo quella di soffermarmi un attimo sul significato della propria essenza e sul proprio valore.
Forse non esisterà nella realtà un lavoro il cui stipendio aumenta di 250 euro ogni mese, ma sono assolutamente convinta che, imparando a darci il valore che davvero meritiamo, impareremo a venderci meglio.
E siamo tutti d'accordo che sapersi vendere è un'arte che da qualche parte porta.
E sapete cosa intendo.

3 luglio 2008

Leggere a velocità triplicata (3x)

Ho scoperto una cosa fantastica!
Macchè fantastica?! STRA MAXI SUPER IPER ECCEZIONALE!
Ho scoperto alcuni trucchi per triplicare la velocità di lettura.
Non valgono solo per i romanzi o comunque i libri do svago, ma per tutti i libri!
Dal manuale pratico di economia o informatica o medicina, a quello di ricette di cucina; dal libro di testo scolastico/universitario, al quotidiano, alla rivista di pettegolezzi.
Ma vi rendete conto di cosa significa?
Vuol dire riuscire a leggere anche 5 o 6 libri al giorno, 100 libri al mese, più di 1000 libri all'anno!
Pensateci bene: cosa significa riuscire a leggere più di 1000 libri all'anno? E di qualsiasi tipo per giunta!
Significa avere la capacità di apprendere e immagazzinare così tante informazioni che la cultura diventa uno spasso.
Significa poter imparare davvero tantissime cose!
Anche perchè la lettura veloce non va a scapito della quantità di informazioni assimilate.
Dovete sapere che velocità di lettura e apprendimento (ovvero immagazzinamento di informazioni) sono direttamente proporzionali.
Il nostro cervello apprende quanto più assimila e assimila quante più informazioni lo raggiungono.
Ergo, più si legge più si impara.
Beh, non è una gran novità.
Siamo cresciuti tutti a suon di "leggere è importante! La cultura è importante" e bla bla bla. Ma in quanti ci mettiamo lì e leggere Guerra e pace o Alla ricerca del tempo perduto di Proust?
A me piacerebbe moltissimo: più e più volte mi sono detta che vorrei leggere la Ricerca di Proust, ma quando vedo tutti quei volumi che la compongono... ma dai: mica leggo le enciclopedie!
Eppure avrei così voglia di conoscere Proust, la sua vita, i suoi genitori, le persone che ha frequentato...
Ora che ho scoperto questi trucchi non v'è dubbio che leggere la Ricerca sarà un assoluto piacere. La divorerò!
Non vedo l'ora di andare a prenderla in biblioteca!
Ma sarà solo l'inizio, perchè d'ora in poi sarò in grado di leggere un mucchio di manuali che mi interessano, ma che non ho mai avuto il tempo per leggere.
No, dico: avete presente leggere un'intero romanzo di 400 pagine, mentre state sedute sulla sedia del salone della vostra parrucchiera e aspettate che i capelli prendano il colore che avete scelto di mettervi in testa?
Avete presente di quanto gossip potete venire a conoscenza in spiaggia, leggendo 10 o 15 riviste sotto l'ombrellone?
Avete presente quanto tempo libero potreste avere se invece di impiegare 1 settimana a leggere 3 libri per preparare un esame all'università, impiegaste 1 solo giorno?
Significa avere 6 giorni per ripassare o fare quel che vi pare!
Ormai sapete che per me il tempo è tutto.
Fare in modo di guadagnarne per me è FONDAMENTALE.
Ma non solo: siccome credo sia di vitale importanza anche la formazione e l'accrescimento personale, quale mezzo migliore di formazione se non la lettura?
Insomma, come si suol dire: con questi trucchi si colgono due piccioni con una fava.

Questi trucchi potete impararli anche voi e secondo me c'è solo da guadagnarci!
Li trovate qui.

Un abbraccio e BUONA LETTURA!

30 giugno 2008

Lavorare da casa con il PC

...Come vi dicevo qualche giorno fa, non mi occupo solo di web usability, non faccio solo la webmaster in una casa editrice, ma mi occupo anche di Marketing.
Ho recentemente avviato un'attività che mi consente di lavorare da casa, quando e quanto voglio, usando solamente il mio PC.
Cercavo un'opportunità simile da sempre.
Anche questa mattina, non appena è suonata la sveglia, mi sono detta: io non voglio questo per tutta la vita!
Non voglio dovermi svegliare alle 6:30 del mattino per il resto dei miei giorni.
Purtroppo però è questo che accade alla maggior parte dei comuni mortali come me: si svegliano al mattino presto, prendono la macchina o un qualunque altro mezzo di trasposto, si recano in ufficio dove restano per 9 ore come minimo e poi ritornano a casa con zero tempo a disposizione per fare quello che c'è da fare in una casa e per godersi un po' di riposo.
Quando parlo di quest'argomento con mia madre, che normalmente sfoggia una mentalità aperta e moderna, mi sento sempre deludentementerispondere: "sei una donna, perciò scordati di aspirare a ricoprire ruoli importanti nel mondo del lavoro".
E vi garantisco che questo è solo il meno che mi sento dire.
E' vero, sono una donna. Purtroppo, o per fortuna, questo stato di cose non posso cambiarlo (e nemmeno voglio). Ma dove sta scritto che poiché appartengo al sesso femminile non posso aspirare anche io a qualcosa di più?
Sarà anche vero che ancora oggi la nostra società premia e riconosce ancora maggiormente gli uomini, ma non posso e non voglio credere di non aver diritto a un posto nel mondo esattamente come piace a me.
Sono cresciuta molto leggendo un sacco di libri che parlavano di formazione personale, di autostima, di raggiungimento degli obiettivi.
In ciascuno di quei libri il ritornello era sempre il medesimo: "credici e ci riuscirai".
In salse più o meno diverse, il piatto alla base era sempre quello.
Ho stampati in mente un mucchio di concetti come l'essere proattivi, l'importanza del pensiero assertivo, della programmazione neuro linguistica e un mucchio di aforismi del tipo:
Volere è potere
Niente è impossibile: l'importante è crederci
Non consultarti con le tue paure,
ma con le tue speranze e i tuoi sogni
Ci sono due scelte fondamentali nella vita: accettare le cose come sono o accettare la responsabilità di cambiarle
Ciascuno di noi è l'artefice del suo destino, spetta a noi crearci le cause della felicità. E' in gioco la nostra responsabilità e quella di nessun altro

In un modo o nell'altro, ognuna di quelle pillole di saggezza che si sono impresse nel mio cervello dice che se voglio davvero qualcosa posso ottenerla, ma che non la otterrò con un colpo di bacchetta magica. Devo impegnarmi per averla.
OK.
Ma questo significa anche che, se ci credo davvero e mi impegno per riuscirci, posso anche aspirare a trasformare il mio ideale di felicità in realtà.

Il mio ideale di felicità...

Ne ho già dato alcuni assaggi in qualche post fa: equivale, per me, ad avere tempo.
Tempo nell'arco della giornata, della settimana, del mese, dell'anno, della vita.
Significa per me potermi permettere di svegliarmi alle nove e mezza la mattina, fare colazione e dedicare al lavoro solo quelle ore necessarie al controllo di come procedono le cose.
Significa potermi permettere di andare al cinema o in un pub in una qualunque sera di un qualunque giorno infrasettimanale senza dovermi preoccupare di rientrare presto perché il giorno dopo bisogna alzarsi per andare in ufficio.
Significa non dovermi spostare da casa mia per lavorare, ma poterlo fare, se voglio, anche a letto, o sul divano, o in giardino sotto un cielo azzurro e un sole estivo.
Significa poter dedicere quando andare in vacanza senza dover sottostare al calendario di ferie decise da un'azienda.
Significa poter dedicare il mio tempo non solo a me stessa, per fare le cose che più mi piacciono, come una passeggiata tra i campi o i boschi, un giro in bicicletta, andare a fare shopping, in palestra o in piscina, dall'estetista o a trovare gli amici, ma anche alla mia famiglia e alle persone a cui voglio bene. Stare con loro, aiutarli se sono in difficoltà, vivere con loro i momenti più preziosi della vita.
E soprattutto siginifica garantire anche a loro la stessa cosa.
Questo è l'ideale di felicità che sto cercando di far diventare realtà.
Ecco perché, quando ho trovato questa opportunità di lavoro, l'ho colta immediatamente!
Perché, come diceva qualcuno, di cui ora - accidenti - non ricordo l'identità: "l'occasione che non cogli non va persa. La coglierà qualcun altro al tuo posto!".
Oggi ho l'occasione di poter davvero trasformare i miei sogni in realtà, con impegno, certo, ma con un lavoro che mi garantirà, a fronte di sforzi limitati nel tempo, il raggiungimento del mio obiettivo:

26 giugno 2008

Scrivere e pubblicare ebook gratuitamente

"Per portare alla luce uno scritto bisogna avere un “Santo in Paradiso” o mettere mano alle proprie finanze e combattere contro un muro di difficoltà per aprirsi un minimo di spazio."

Sono le parole di Giorgio Trombatore, catanese che da oltre sedici anni lavora nel Terzo mondo con organismi umanitari non governativi e con le Nazioni Unite, partecipando a progetti di cooperazione ed emergenza umanitaria post-conflitto e disastri naturali.
La frase riportata sopra (tratta da: "Storia di una pubblicazione", http://www.articolista.com/libri-e-editoria/storia-di-una-
pubblicazione.html), dimostra come purtroppo sia tanto difficile in Italia pubblicare un libro, indipendentemente dall'argomento trattato e pur se di alto valore.

Se, tuttavia, sei disposto a pubblicare il tuo libro online, affidando il tuo lavoro ad Autostima.net, una Casa Editrice specializzata in ebook, che vanta una grande esperienza in Italia, allora puoi avere la fortuna di scrivere e pubblicare gratis.
I vantaggi sono chiaramente molti: i più importanti sono sicuramente ZERO COSTI, AMPIA visibilità e ottime possibilità di guadagno.
Autostima.net è Editore di prodotti per la crescita personale, professionale e finanziaria.
Avendo l'Editore come Target la crescita personale e professionale, oltre che il guadagno online, si può ben immaginare quanti possano essere i lettori interessati!

Se hai già nel cassetto un manuale pratico che sia coerente con i temi appena citati e non sai come farlo pubblicare, o se hai intenzione di scriverne uno, come sto facendo io, dai un'occhiata a Il codice degli Ebook. Ci sono un sacco di informazioni utilissime che spiegano come scrivere e far pubblicare il tuo ebbok da Autostima.net.

In bocca al lupo di cuore! A te e a me!
Spero di vedere pubblicati i nostri ebook molto presto!

25 giugno 2008

Balbuzie e Programmazione Neuro Linguistica

...Navigavo su internet alla ricerca di qualcosa di interessante e di nuovo, ma come si sa, si è spesso più propensi a restare ancorati a ciò che già si conosce che aad accingersi alle novità e infatti sono finita di nuovo sul sito di Bruno Editore.
Leggiucchiando qua e là, scopro questo fantastico libro: "La libertà di Raimondo".
E' un ebook che racconta la storia di un ragazzo che soffriva di balbuzie e di come questo ragazzo è stato aiutato via email attraverso le strategie della PNL (Programmazione Neuro Linguistica). Niente telefono, niente incontri. Solo via email. Mi sembra assolutamente fantastico!
Ecco perchè ho pensato di postarvi qui l'ebook: perché ritengo sia una risorsa preziosa per tutte le persone che soffrono in forma più o meno grave di questo disturbo e forse può rappresentare per loro una chiave di svolta.

Sono vicina a tutti voi!

La libertà di Raimondo

24 giugno 2008

Perché leggere?

"È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
Eh già: la volpe ha proprio ragione quando dice queste parole al Piccolo Principe.
È il tempo che si spende per fare qualcosa, per una persona, che rende quella cosa o quella persona così importante!
Il Tempo: l’invenzione più preziosa che esista al mondo.
Chi non può concordare con le parole della volpe amica del Piccolo Principe?
Non è forse vero che tutti rincorriamo il Tempo in ogni dove?
Non è forse vero che tutti desidereremmo averne sempre di più per sbrigare tutte le faccende che ogni giorno si accumulano una sull’altra, togliendoci il respiro?
Non è forse vero che due innamorati non passano le ore che li separano, nella speranza che trascorrano in fretta e si lamentano, perché nel momento in cui le vivono sono sempre troppo brevi?
Il Tempo è il regalo più prezioso e più costoso che si possa fare a qualcuno. Non si può vendere, non si può comprare. I soldi non c’entrano nulla. Lo si può solo regalare.
Chiedete a un anziano che si sente solo se non vorrebbe che il suo nipotino trascorresse almeno un’oretta alla settimana in sua compagnia!
Chiedete a una moglie innamorata se non vorrebbe che suo marito le dedicasse più tempo di quanto gliene riserva!
Chiedete a un bambino se non vorrebbe che tutto il tempo di un adulto fosse rivolto interamente a lui!
È vero: il tempo è un gran dono da fare! Ma non lo si può solo regalare agli altri. Lo si può regalare anche a se stessi.
Anzi, lo si deve regalare anche a se stessi!
E quale modo migliore di impiegare il tempo che ci si regala se non con un buon libro?
"Che noia: un libro fitto fitto di parole! Nemmeno un’immagine! Solo fiumi d’inchiostro e macchie nere che scorrono per pagine e pagine. Leggere è una perdita di tempo!" dirà qualcuno.
Era pressappoco quel che diceva Alice, prima di addormentarsi e visitare il Paese delle Meraviglie.
Eppure, un libro, non è solo questo. Un libro non è solo un cumulo di pagine che si susseguono – pare – all’infinito, riempite di brevi o lunghe macchie nere, di noiose strisce d’inchiostro.
Un libro non deve contenere per forza delle illustrazioni per non essere noioso.
Un libro ha il potere di far ridere, di far piangere, di far riflettere, di far immaginare, di far battere il cuore, di far viaggiare e visitare nuovi luoghi, ma soprattutto, un libro, è, al di là di ogni previsione e immaginazione, il miglior mezzo di socializzazione.
"Com’è possibile? Quando si legge un libro si sta in silenzio e da soli. Come può dunque, un libro, essere uno strumento di socializzazione?".
Questa è la domanda che quasi tutte le persone mi fanno.
La risposta che do io è che leggere un libro significa conoscere un mucchio di gente!
Di chi si conosce si può essere amici, nemici, semplici conoscenti, ma la socializzazione è inevitabile!
Pensate al primo libro che vi viene in mente, a quello che preferite.
Quanti, descrivendolo a un amico, cominceranno a descrivere il luogo in cui si svolge la vicenda narrata, quanti sono i personaggi, chi sono e cosa fanno, chi è il protagonista, chi è l’antagonista…
Quanti si accorgeranno però che tutti quei personaggi corrispondono a persone?
Esistenti o meno, quei personaggi sono persone.
Sono uomini, donne, bambini. Hanno dei nomi, delle fisionomie, una personalità, un carattere. Nascono, muoiono. Si vestono, mangiano, dormono, amano, piangono, ridono, soffrono, si ammalano, guidano, litigano, uccidono, picchiano, indagano, vanno a cavallo, hanno dei cani.
Alcuni hanno una casa, altri, meno fortunati, non hanno che un angolo di strada o una panchina.
Tutti pensano, parlano, si muovono.
Tutti hanno un passato, un presente e un futuro. Ognuno ha una sua storia personale, che s’intreccia con le storie delle persone che lo circondano.
E un lettore non entra forse in contatto con questi individui? Non s’intreccia forse la sua storia con quelle dei personaggi di cui sta leggendo?
Non comincia pian piano a conoscere ognuna di quelle persone, la loro storia, il loro modo di affrontare la vita, il loro personalissimo modo di parlare, gesticolare, imporsi al mondo?
A chi non è mai capitato, leggendo un libro, di identificarsi con un personaggio o di prendersela perché non condivide l’atteggiamento di uno di loro?
A chi non è capitato di commuoversi per la sorte della piccola fiammiferaia?
A chi non è capitato di suggerire all’investigatore quell’indizio che sembra essergli sfuggito?
A chi non è capitato di stizzirsi per la disonestà di Don Rodrigo o di provare ribellione per la stupidità delle faide tra le famiglie di Romeo e Giulietta?
A chi non è capitato di sperare che Pinocchio riuscisse ad uscire dalla pancia della balena?
Tutto questo accade, perché il lettore si riconosce nei personaggi; perché nelle loro storie rivive frammenti della propria: il dolore per la perdita di qualcuno, la speranza che una brutta situazione possa risolversi, la tristezza per la solitudine, la rabbia per l’incomprensione…
Accade a coloro che si fanno amici di quei personaggi e che, tra le pagine del libro che hanno per le mani, leggono la vita e la personalità di quei nuovi compagni di viaggio.
Sì, perché sono compagni di viaggio, i protagonisti di un libro!
Anche se non esistono fisicamente, ci accompagnano nella vita di tutti i giorni, c’insegnano che a volte è meglio avere pazienza, che a volte è meglio andarsene, partire e lasciarsi tutto alle spalle. Oppure insegnano che bisogna arrabbiarsi, che si può sperare, che ci si può comportare con bontà d’animo ed essere "sempre gentile, perché tutti quelli che incontri combattono una dura battaglia" (Katrina Kittle, Poche cose per il tuo viaggio, Sonzogno, Milano 2000).
A volte, ci mettono davanti agli occhi scelte e decisioni che non condividiamo e ci rassicurano, a modo loro, sui nostri atteggiamenti.
Quante persone sto conoscendo grazie ai libri! Quanta esperienza sto acquisendo grazie a loro!
Ho decine di nuovi amici, di cui approvo e stimo le scelte; di alcuni ammiro fortemente il coraggio; provo antipatia per qualcuno, per altri provo tristezza, per altri ancora compassione.
Ma ogni persona che conosco grazie alle pagine di un libro, come ogni persona che incontro e conosco nella vita reale, m’insegna qualcosa, mi arricchisce, mi mostra un nuovo punto di vista, una nuova prospettiva, nuove vie da poter seguire, oppure proprio le vie che è meglio evitare.
E m’insegna ad avere pazienza, perché non si può mai conoscere il trascorso di una persona che si è appena conosciuta e certe volte potremmo reagire in modo superficiale e impulsivo, ferendo i sentimenti di qualcuno, solo perché non abbiamo avuto la pazienza di capirlo o di starlo ad ascoltare.
Mi insegna ad avere fiducia nel prossimo e nella vita. Mi insegna l’ottimismo, l’amore e il rispetto. Mi insegna che alcuni non ce la fanno e scelgono strade tristi, ma che altri, più forti, decidono di sfidare la vita e combattono fino alla vittoria.
Perché leggere, dunque?
Per imparare. Non le cose che insegnano a scuola, non per dovere o obbligo, non per cultura.
Leggere, per imparare a vivere! Per imparare che non tutti reagiscono alla vita nello stesso modo. Leggere, per conoscere gente, per farsi nuovi amici, per avere esempi positivi e coraggiosi di comportamento, per sfuggire esempi inopportuni e inetti.
Leggere per fare amicizia.
Leggere per gioire, soffrire, condividere, pensare, provare ad imitare, impegnarsi a non imitare.
Leggere per vivere.
Ecco perché quando arrivo all’ultima pagina di un libro mi sento quasi ferita nell’animo: perché mi sembra quasi di perdere gli amici che ho conosciuto.
Ci sono libri che trasciniamo nella lettura, perché sono pedanti, di difficile comprensione, scritti in un italiano poco scorrevole. Alcuni però li trasciniamo, perché non vorremmo finissero mai! Sono quei libri che ci hanno lasciato qualcosa dentro, che hanno impresso in noi delle emozioni, delle sensazioni, delle idee o dei pensieri.
Arrivare all’ultima pagina di un libro, chiuderlo e riporlo sullo scaffale da cui l’abbiamo tolto, o riportarlo in biblioteca, è un po’ come accompagnare un caro amico alla stazione e vederlo allontanarsi lentamente, mentre ci saluta dal finestrino. Possiamo rincorrere il treno, ma sparirà lo stesso.
Tuttavia, come l’amico ha lasciato un’impronta nel nostro cuore, come noi lo ricorderemo nonostante le distanze, così un libro lascia in noi una traccia. I suoi attori lasciano in noi un esempio e, pur se riporremo il libro su una mensola, ciò che abbiamo conosciuto e chi ci ha insegnato quelle cose, resterà nel nostro cuore e nei nostri ricordi e contribuirà a formare il nostro futuro e la nostra storia.
Ecco dunque perché leggere.
Per vivere.
Leggete! Vivete!
E soffrite piacevolmente ogni volta che voltate l’ultima pagina di un libro, perché ne vorrete subito sfogliare un’altra, per incontrare altra gente, farvi nuovi amici e realizzare nuove esperienze!
Buona lettura a tutti, quindi! E buone amicizie!

P.S. Siete di quelli che odiano la lettura? O fate parte di coloro che la adorano? Siete di quelli che dicono di non aver mai tempo per leggere? Di quelli che non riescono mai a finire il libro che hanno iniziato? Di quelli che non hanno voglia di leggere? Di quelli che credono che leggere non serva e sia una noia insostenibile?
Vi consiglio 138 pagine di tutto quello che pensate e di tutto quello che non pensate: Daniel Pennac, Come un romanzo.
Prima di leggere qualsiasi romanzo, saggio, raccolta di poesie…sfogliate questo libricino e poi fatemi sapere cosa ne pensate!

Vuoi di più? Ecco come ottenerlo

...Sempre perchè sono una che difficilmente si accontenta e, come si vede già dal nome del mio blog, voglio di più, mentre girovagavo in internet alla ricerca di manuali su come guadagnare online in modo intelligente, serio e relativamente rapido, ho trovato un sito eccezionale di una casa editrice altrettanto eccezionale.
Sono entrata nel sito e dopo aver dato un'occhiata generale, mi sono soffermata su alcuni ebook che vengono proposti. Ho letto le recensioni di chi lavora per il sito. Mi è sembrato talmente istruttivo e costruttivo!

Non solo il sito è fatto bene (parlo a proposito, dato che, per il mio lavoro e per passione, mi occupo di usabilità e navigabilità del web), ma anche i prodotti che offre mi sembrano ottimi!

Eccovi alcuni link diretti agli ebook che più han catturato la mia attenzione, in modo da farvi capire di cosa si tratta:
>> Fare soldi online in 7 giorni, perchè il titolo parla da solo.
>> Migliora le tue finanze, perchè diciamocelo: nessuno è davvero contento di quanto guadagna. Specialmente se è dipendente.
>> Guadagnare con Emule e Youtube, un'ebook che spiega come usare Emule per creare entrate economiche, perchè Emule non serve solo a scambiarsi i film.
>> Ottenere di più, perchè come dico sempre io: non bisogna mai accontentarsi, ma tendere al miglioramento continuo.
>> I segreti di MySpace, per tutte quelle persone che hanno lì un proprio spazio.
>> Fare soldi online con Ebay, perchè Ebay non è solo un sito su cui fare acquisti. Dove c'è chi spende, c'è qualcuno che guadagna, perciò, perchè non essere tu quella persona che guadagna?
>> Le chiavi del marketing multilivello, già, perchè non vi ho ancora detto (il blog è fresco fresco, quindi non potevo dire tutto subito) che mi occupo anche di questo, perciò, per tutti quelli che come me stanno vivendo l'esperienza del marketing multivello, credo che questo ebook potrebbe essere seriamente produttivo.

"I soldi fanno la felicità" e "L'arte della ricchezza"

Da qualche tempo mi sto accorgendo che il mio stipendio non mi basta.
Voglio di più.
Questo weekend, la famiglia del mio fidanzato (che considero un po' anche la mia famiglia, dato che da due anni mi fermo da loro tutti i fine settimana) è stata colpita da una grave disgrazia.
E' venuto a mancare il papà del mio ragazzo, così, all'improvviso.
Ho trascorso il weekend con loro, con la speranza di farmi carico di un po' del loro dolore e della loro sofferenza, ma ieri sono dovuta tornare al lavoro.
Ecco. E' proprio questo il punto.
Ho realizzato cosa voglio nella vita proprio in questi ultimi giorni.
Voglio potermi permettere di restare accanto ai miei cari in tragedie simili, senza dovermi preoccupare di dover andare a lavorare per tirare avanti.
Appartengo alla classe media, a quella categoria di persone che vivono del proprio lavoro e riescono anche a concedersi qualcosa: ho uno stipendio, vivo con mia madre in una casa di proprietà che ha anche un giardino. Riesco a mantenere da sola il mio coniglietto nano, che, per quanto piccolo, ha bisogno di un sacco di cure.
Riesco a permettermi di mantenere il cellulare, di uscire ogni tanto con gli amici, di fare regali alle persone che amo in occasione di compleanni o festività. Riesco a permettermi un weekend all’anno in qualche bel posticino, sempre cercando i pacchetti più economici, di fare spese extra.
Tutto però con fatica, perché la vita sembra offrire solo spese.
Ho in programma di acquistare un’automobile tra un paio di mesi, per potermi spostare più rapidamente da casa al posto di lavoro o per andare dal mio fidanzato, che per due anni ha continuato ad andare avanti e indietro (viviamo a 30 km di distanza) per passare tempo con me, spendendo tempo e denaro, perché i mezzi pubblici non sono alla mano, sebbene più economici.
Come fare? Risparmiando, privandomi di tante cose che invece avrei così voglia di concedermi.
È odioso e così frustrante vivere la vita come una rinuncia continua!
Si passa dal rinunciare a una vacanza a cui si avrebbe diritto dopo tanto lavoro, perché non ce la si può permettere, all’aria condizionata in automobile, perché costa troppo, anche se farebbe viaggiare in condizioni migliori; dal rinunciare ad uscire quella volta di più a cena, proprio perché sarebbe superfluo, addirittura a fare a meno del caffè perché c’è la macchina da comprare.
Fino alle rinunce più gravi ed estreme: rinunciare al tempo che si vorrebbe trascorrere con i propri famigliari, specialmente in certi momenti, perché non ci si può permettere di stare a casa dal lavoro.
Quello che ho realizzato in questi giorni di dolore è che i soldi fanno la felicità, ma non per le cose materiali.
Che i soldi facciano la felicità, non significa necessariamente circondarsi di automobili, gioielli che brillano, vestiti di stoffe preziose o griffe conosciute, ville enormi in cui abitare.
Significa potersi permettere di non dover lavorare per sopravvivere, di non dover privare i propri cari dell’affetto e dell’amore di cui hanno bisogno, di poter stare a casa con loro a condividere i momenti più importanti e preziosi della vita, dal primo dentino o dalla prima parola dei propri figli, alla morte di un genitore.
Significa potersi permettere tutto questo, specialmente nel momento in cui serve di più, invece di ritrovarsi sempre a pensare: “vorrei stare con loro, ma in questo momento non posso permettermelo”.

E così, mi sono messa a cercare in internet un mezzo per riuscire a guadagnare qualcosa in più, che mi consenta di ritrovarmi delle entrate automatiche a fine mese, in modo da poter anche abbandonare il mio lavoro, perchè a quel punto non servirà più recarmi in azienda giorno dopo giorno, dopo giorno, dopo giorno...
Sono incappata in due libri particolarmente formativi per me: "I soldi fanno la felicità" e "L'arte della ricchezza", che mi hanno aperto un mondo, macché mondo, un universo!
Ho scoperto, leggendoli, che posso permettermi il lusso di pensare che col tempo anche io posso riuscirci. Riuscire a guadagnare abbastanza soldi da poter guadagnare tempo, la risorsa più preziosa che esista al mondo. Più prezioso dell'oro, più della seta, più di una Porche o una Ferrari. Più di qualsiasi oggetto tecnologico in commercio o non ancora realizzato.
Il tempo.
Consiglio a tutti di leggere quei due libri, perchè se non altro, vi faranno cambiare la vostra concezione del denaro. Se non altro vi apriranno porte che non pensavate nemmeno esistessero.
Potrebbero cambiarvi la vita, davvero!
Un abbraccio a tutti quelli che leggeranno questo post.